Fibre muscolari lente e veloci: conosci la differenza?

Noi di Runliveat vi abbiamo parlato piu’ volte dei meccanismi energetici che si attivano durante una pratica sportiva, ma sapete che è possibile individuare da un punto di vista morfologico e anatomico le fibre muscolari maggiormente coinvolte nelle attività di tipo aerobico e anaerobico? Conoscere questa distinzione ci permette di comprendere i meccanismi di adattamento muscolare che avvengono durante le fasi di allenamento e che sono ovviamente differenti in base al tipo di attività.

In generale le fibre deputate al metabolismo aerobico sono definite di tipo I, o ST (slow twich) indicate spesso anche con il nome di fibre lente o rosse; mentre quelle deputate al metabolismo anaerobico sono dette di tipo II, o FT (fast twich), denominate anche veloci o bianche.

Soggetti adulti di ambo i sessi presentano mediamente nei propri tessuti muscolari una ripartizione al 50% tra fibre lente e veloci; tuttavia, le differenze interindividuali possono essere estremamente marcate.

E’ noto che negli atleti impegnati in attività di endurance è presente una percentuale maggiore di fibre lente rispetto alla media, allo stesso modo gli atleti specializzati in attività di potenza e sprint presentano una percentuale maggiore di fibre veloci. Ma qual è il meccanismo che determina questa differenza? E’ stato dimostrato con certezza che durante un allenamento avviene una modificazione di tipo biochimico che porta la fibra ad aumentare l’attività delle vie metaboliche necessarie a sostenere lo sforzo a cui viene allenata.

Per esempio:

-l’allenamento aerobico può indurre nelle fibre lente un miglioramento della capacità ossidativa grazie all’aumento della concentrazione di enzimi coinvolti nelle vie aerobiche;

-l’allenamento di potenza invece indurrà nelle fibre lente un aumento della concentrazione di enzimi glicolitici coinvolti in una rapida produzione di energia.

Ma nello specifico quali sono le maggiori differenze tra fibre lente e fibre veloci?

  • Le fibre lente vengono definite anche “rosse” perché sono molto vascolarizzate e contengono quindi grandi quantità di ferro. Inoltre presentano un elevato numero di mitocondri e quindi anche alti livelli di enzimi mitocondriali deputati all’ossidazione dei substrati energetici nelle fasi di respirazione cellulare. Questo determina un’elevata capacità di sfruttare l’ossigeno e garantirne un apporto costante alle cellule. Contemporaneamente le fibre lente presentano una ridotta attività degli enzimi glicolitici e date queste caratteristiche risulta evidente come siano prevalentemente coinvolte in esercizi di tipo aerobico.
  • Le fibre veloci presentano caratteristiche diametralmente opposte: alta velocità di risposta all’impulso neuromuscolare e altissima velocità di contrazione. Si presentano piu’ spesse delle fibre lente e hanno un numero di mitocondri inferiore. Vengono definite anche “bianche” perchè contengono meno mioglobina, non avendo la necessità di immagazzinare ossigeno. Le fibre veloci sono coinvolte in tutte le attività di sprint che richiedono di erogare una grande potenza in tempi rapidi, poichè possiedono un’elevata capacità glicolitica.
  • Infine esistono le fibre di tipo IIa con caratteristiche intermedie. Esse presentano un’alta velocità di contrazione ma anche una buona capacità aerobica.

Adesso dopo aver compreso la differenza tra fibre lente e fibre veloci ci si può chiedere se uno specifico programma di allenamento possa determinare la modificazione della ripartizione tra queste. Ma ancora oggi purtroppo non è stato chiarito questo meccanismo.

Sappiamo con certezza che gli atleti di resistenza (es. sci di fondo, corsa di endurance, etc.) sono dotati di fibre lente di calibro normale, mentre quelli di potenza (es. sollevamento pesi, corsa 100m, etc.) possiedono fibre veloci di calibro superiore alla norma, attorno al 45% in piu’ rispetto  al sedentario o all’atleta di resistenza. Infine possiamo concludere che l’allenamento parzialmente sia in grado di modificare alcune caratteristiche funzionali delle cellule muscolari, seppur in modo transitorio.

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