Il mio record: Etna Up&Down

Quarantuno chilometri, duemilaottocento metri di dislivello:sembrerebbero solo numeri, cifre assurde, ma in realtà sono molto, molto di più.

Questa è l’Up&Down! 

L’Etna è stata da sempre la culla delle mie passioni, sin da bambino ho percorso quei crinali, quei canaloni, quelle strade nere, che fosse con gli sci, in bicicletta o di corsa.

Da questo Vulcano mi sono sentito cresciuto, protetto. Insomma è la vera essenza di chi sono.

Ma anni fa, quando ancora con una vecchia bici tentavo di salire i tornanti dell’Etna, non avrei mai immaginato che poco dopo sarei stato io, non più con sotto una sella, ma con le mie gambe ed un paio di scarpe da corsa, a stabilire il nuovo record di ascesa e discesa dell’Etna.

Si esatto, quel Francesco Mangano sono io; di gare sull’Etna e su altre montagne ne ho corse parecchie e con parecchi altri atleti, ma quei 41 chilometri e 2800 metri di ascesa sia positiva che negativa in 5 ore 40 minuti e 47 secondi li ho corsi soltanto io. 

E pensare che mi ha sempre fatto timore questa “impresa”, sin da quando feci da supporter sul percorso a  Salvatore Ragonese, ideatore del record,  che tentò e riuscì nel 2015 nel primo tentativo di ascesa e discesa, impiegandoci meno delle 7 ore prefissate e poi anche l’anno dopo quando insieme ad Andrea Lisci, trail runner laziale, stabilirono un nuovo primato di 6 ore e 21 minuti.

Pensare di scalare e ridiscendere quella Montagna, un po’ come tutte le montagne è sempre un grande punto interrogativo, devi fare sempre i conti con le condizioni meteo avverse, come il vento gelido e la neve del 2015, o la nebbia del 2016, senza dimenticare che si tratta di un Vulcano e come tale può riservare qualche incognita in più.

Inoltre quello dell’Up&Down è un percorso tutt’altro che semplice, la Trainara, la strada da cui si sale è una pietraia tecnica sia in salita che in discesa che si snoda per 12 km con 1300m di dislivello, la restante parte, circa altri 8 km e 1500m di dislivello è sabbiosa, insidiosa e lenta. La discesa è invece veloce ma estremamente tecnica, bisogna sempre tenere l’attenzione alta!

Ma si sa, quando corri ogni paura si annulla: quando tra gli applausi della gente sentì il “via” ogni timore sembrava essersi dissolto, ero solo io, i miei passi, il mio respiro, il mio cuore … tutto il resto è scritto in 5 ore 40 minuti 47 secondi e in queste immagini che ancora oggi guardo e mi tolgono il fiato.

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